La caduta di Napoleone by Stefan Zweig

La caduta di Napoleone by Stefan Zweig

autore:Stefan Zweig [Zweig, Stefan]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-11-00185-0
editore: Garzanti
pubblicato: 2021-04-19T22:00:00+00:00


Ancora una speranza

Lenti, ma tenaci e inesorabili, quei cannoni mastodontici stritolano e triturano a morsi di fuoco i valli di Bisanzio. In una giornata un cannone può emettere solo sei o sette spari, ma giorno dopo giorno il sultano ne fa disporre di nuovi, e tra nubi di polvere e di calcinacci, a ogni colpo la muratura si sgretola e si apre una nuova breccia. È vero che gli assediati rabberciano ogni notte queste aperture con palizzate sempre più precarie e fagotti di tessuto, ma quello dietro a cui stanno lottando non è più il vecchio muro granitico e inviolabile, e con sgomento gli ottomila uomini dietro ai bastioni pensano al momento fatale in cui i centocinquantamila di Mehmet sferreranno l’attacco decisivo contro la fortezza già crivellata di colpi. È ora che l’Europa, che la cristianità si ricordi della sua promessa; nelle chiese, schiere di donne stanno tutto il giorno in ginocchio con i loro bambini davanti ai reliquiari, e i soldati scrutano giorno e notte dalle torri di guardia per vedere se nel Mar di Marmara, solcato da navi turche, non si decida finalmente ad apparire la flotta di soccorso promessa dal papa e dai veneziani.

Finalmente il 20 aprile, alle tre del mattino, lampeggia un segnale. In lontananza sono state avvistate delle vele. Non è la poderosa flotta cristiana che si sperava, ma è pur sempre qualcosa. Sospinte lentamente dal vento si avvicinano tre grandi navi genovesi, e dietro di esse una quarta, più piccola, una nave bizantina adibita al trasporto del grano a cui le tre di maggiori dimensioni fanno da scudo. Subito l’intera Costantinopoli si accalca entusiasta sui bastioni che danno sulla costa per dare il benvenuto ai soccorritori. Allo stesso tempo, però, Mehmet si lancia sul suo cavallo e dalla sua tenda purpurea galoppa a spron battuto giù fino al porto dov’è ancorata la flotta turca, per dare ordine di impedire a ogni costo l’approdo delle navi nel porto di Bisanzio, il Corno d’Oro.

La flotta turca conta centocinquanta navi, anche se più piccole, e subito è tutto uno sciabordare di migliaia di remi nell’acqua. Armate di raffi, fionde e macchine per lanciare il fuoco, queste centocinquanta caravelle tentano di accostarsi ai quattro galeoni, ma spinte da un vento forte, le quattro possenti navi superano e travolgono le lance dei turchi, dalle quali si levano spari e strepiti. Maestose, con le vele spiegate gonfiate dal vento, le navi genovesi procedono incuranti degli assalitori verso il porto sicuro del Corno d’Oro, dove la famosa catena tesa da Galata fino a Stamboul offrirà loro protezione contro attacchi e aggressioni. Adesso i quattro galeoni sono vicinissimi alla loro meta: le migliaia di persone sui bastioni riescono a distinguere i singoli volti, uomini e donne già si gettano in ginocchio ringraziando Dio e i santi per il prodigioso salvataggio, e la catena nel porto già si abbassa cigolando per accogliere le navi giunte in soccorso.

Ma improvvisamente accade qualcosa di terribile. Tutto a un tratto il vento cessa di soffiare. Come inchiodati



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